Il trattamento dell’infertilità: Considerazioni psicodinamiche sulla relazione di ‘cura’.
Abstract
L’infertilità costituisce un problema che colpisce una coppia su cinque e che appare destinato ad aumentare. Essa è comunemente definita, in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) e dell’American Fertility Society (A.F.S.), come l’assenza di concepimento dopo un anno di rapporti sessuali non protetti, oppure come il risultato di aborti ricorrenti. Si stima che circa il 15% - 20% delle coppie italiane sperimenti dei problemi di infertilità e che questi siano generalmente riconducibili nel circa 40% dei casi ad un fattore maschile, nel circa 50% ad uno femminile e nel restante 10% ad eziologia mista (Ministero della Salute, 2008, Decreto dell’11 aprile, Art. 7, legge n. 40/2004). Data la rilevanza evolutiva, clinica e sociale della riproduzione, il ruolo degli aspetti psicologici implicati nel processo diagnostico e terapeutico dell’infertilità costituisce dunque un’area di investigazione e di intervento centrale nel campo della Medicina della Riproduzione e della Psicologia Clinica. Per i pazienti, il trattamento dell’infertilità presenta, infatti, notevoli implicazioni psicologiche a livello individuale, di coppia, relazionale e sociale, che sono state ampiamente indagate (Domar, Brome, Zuttermeister, Seibel & Friedman, 1992; Slade, Emery & Lieberman, 1997; Newton, Sherrad & Glavac, 1999; Daniluk, 2001; Bergius & Stanton, 2002; Verhaak et al., 2005; Lechner, Bolman & van Dalen, 2006). Meno analizzata in letteratura risulta invece la relazione medico-paziente all’interno del contesto della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).
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Rivista di Psicologia Clinica. Teoria e metodi dell'intervento
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ISSN 1828-9363